(Recensione) CITTÀ DI GATTI - Lao She

- CITTÀ DI GATTI -

Titolo: Città di Gatti

Autore: Lao She

Editore: Mondadori

Genere: fantascienza, distopia

Edizioni: €13,00 cartaceo; €7,99 ebook

Uscita: 16 gennaio 2024



📚 RECENSIONE

Da sinologa incallita, non vedevo l’ora di parlarvi di un libro che, in un certo senso, mi tocca da vicino, quindi…


«𝑺𝒆 𝒖𝒏𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒆̀ 𝒍𝒊𝒃𝒆𝒓𝒐, 𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒆𝒓𝒗𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒂𝒗𝒆𝒓 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒄𝒂𝒕𝒆𝒏𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒎𝒂𝒏𝒊 𝒆 𝒂𝒊 𝒑𝒊𝒆𝒅𝒊!»


Inizialmente pubblicato nel 1933, Città Di Gatti detiene una posizione importante. Si tratta, infatti, del primo romanzo di fantascienza della letteratura cinese e, a sua volta, anche uno dei primi distopici.

Oserei dire che all’interno di questo libro vive un dualismo pazzesco. Se la scrittura riesce ad essere lineare, semplice e scorrevole… beh, il messaggio che Lao voleva far passare ne è tutto il contrario. 

L’autore utilizza la storia di un pilota cinese che, per un’emergenza, è costretto ad approdare su Marte (pianeta abitato da uomini gatto) come una grande metafora o satira di una società all’epoca - ma anche ora - quanto più moderna.


Il protagonista ci fa esplorare un mondo fantastico tramite i suoi occhi, ma sempre attraverso di lui abbiamo modo di comprendere come, nonostante tutto, la loro sia una realtà in declino. Parallelismo immediato della società cinese nella fase antecedente alle guerre che hanno dilaniato la Cina nel ‘900.

Come in Cina, anche su Marte, la corruzione, il modo sottile di soffocare la popolazione, l’incapacità di poter fare emergere la propria voce ne fanno da padrone. Allo stesso tempo, però, il protagonista entrerà in contatto con usi e costumi singolari si, ma anche infinitamente affascinanti e profondi, segno di una cultura ben radicata e di antiche origini.


Per quanto riguarda più strettamente lo stile di scrittura, probabilmente esso non fa per tutti. Ribadisco che è scorrevole, ma ci sono alcuni aspetti che l’autore ha volutamente lasciato un po’ nascosti, senza dare una spiegazione completa, come a voler dare l’opportunità al lettore di riempire i vuoti o per lasciare un alone di mistero.


«𝑵𝒆𝒍 𝒔𝒂𝒄𝒄𝒉𝒆𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒔𝒊 𝒆𝒔𝒑𝒓𝒊𝒎𝒆 𝒂𝒍 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒂𝒍𝒕𝒐 𝒈𝒓𝒂𝒅𝒐 𝒍𝒂 𝒍𝒊𝒃𝒆𝒓𝒕𝒂̀ 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝒊𝒏𝒅𝒊𝒗𝒊𝒅𝒖𝒐, 𝒆 𝒅𝒂𝒍𝒍'𝒊𝒏𝒊𝒛𝒊𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒍'𝒊𝒅𝒆𝒂𝒍𝒆 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒈𝒓𝒂𝒏𝒅𝒆 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝒖𝒐𝒎𝒊𝒏𝒊 𝒈𝒂𝒕𝒕𝒐 𝒆𝒓𝒂 𝒍𝒂 𝒍𝒊𝒃𝒆𝒓𝒕𝒂̀.»


Sebbene sia stato proposto come denuncia della situazione della Cina dell’epoca, credo che questo libro possa tranquillamente essere un urlo contro la società di oggi. Non solo quella della Cina, ma più indistintamente quella mondiale, viste tutte le vicissitudini degli ultimi anni.

Verosimilmente, chi ha una conoscenza più approfondita della storia cinese dell’epoca gli è più facile comprendere tutto ciò che l’autore nasconde all’interno del racconto, ma rimane comunque una lettura importante e godibile anche per tutti gli altri, specialmente per coloro che hanno voglia di conoscere uno spaccato di storia attraverso occhi diversi.


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Ringrazio Melissa e Mondadori per avermi omaggiato della copia del libro in collaborazione per una recensione onesta.


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