Buongiorno, lettori!
Come state? Come avete passato questo Halloween? Questa festa è finita ma qua non ci fermiamo, quindi ecco qua che torno con le interviste agli autori emergenti in compagnia di Hime Moon!
👇 Parola all’autrice 👇
Ciao a tutti, mi presento! 🌸🌕
Sono Hime Moon, e da poco più di un anno (precisamente 1 anno e 3 mesi) sono approdata qui sul bookstagram. Come potete vedere sono ancora piccina, e mi servirà parecchio tempo per crescere, ma spero che voi possiate accompagnarmi in questo percorso e aiutarmi a diventare la versione migliore di me ❤️
Il mio pseudonimo richiama la mia vera identità: in giapponese Hime significa “principessa”, come il mio nome, mentre Moon è il cognome della fotografa da cui ha origine il mio nome. Moon, però, simboleggia anche la luna: come essa ho tante facce, tanti umori, tanti aspetti. Amo tutto ciò che è principesco e fantastico, le fate, gli arcobaleni e gli unicorni, l’universo e i colori delle nuvole al tramonto, i fiori in primavera e le foglie d’autunno, ma amo anche tutto ciò che è cupo e oscuro, i luoghi abbandonati, le foreste, i castelli infestati, i vampiri, le streghe, e così via. Insomma, se non si è capito sono un paradosso vivente.
Ora voi mi chiederete perché io abbia scelto uno pseudonimo; la risposta è semplice: non voglio che una mia storia venga letta perché porta il mio nome. Voglio che venga scelta per ciò che è, per quello che racchiude in sé. La mia voce conta ben poco, quando tutto ciò che conta viene detto dai personaggi.
Non so di preciso quando è nata la mia passione per la scrittura, ma una cosa è certa: sin da bambina mi è sempre piaciuto scrivere. Adoravo i temi, adoravo le poesie e le filastrocche che dovevamo inventare per la festa della mamma. Raccontavo quotidianamente le mie giornate ai miei diari, ma fino all’inizio delle medie parlavo essenzialmente di me e delle persone che mi circondavano.
Nella mia testa, in realtà, hanno sempre preso vita storie mirabolanti, distanti dalla mia realtà. Mi bastava guardare qualcosa, ascoltare un suono, annusare una fragranza, e subito per me si dipanava uno scenario. E senza dire niente a nessuno, me lo godevo in silenzio, vivendomi quel mio intimo film.
Quello era il mio segreto.
Quando poi ho cominciato a trascrivere qualcuna di queste mie fantasticherie, ho compreso che non esiste niente di più terapeutico per me. Perché vivo le vite dei personaggi. Perché cesso di essere me. Perché ogni volta scopro qualcosa di nuovo. Perché loro sono i miei amici più cari.
Ecco perché, quando ho finito di scrivere il mio primo romanzo, “KnO”, ho faticato tanto a condividerlo con gli altri. Era la mia storia, nessuno avrebbe dovuto portarmela via.
Ma poi, un bel giorno, è come se avessi avuto un’epifania: non era la mia, ma era la storia di Rebecca. Ed era giusto che lei la facesse conoscere.
Così mi sono fatta coraggio, ho cercato di superare la mia timidezza e le mie paure, e ho aperto questa pagina su Instagram.
Per tastare il terreno, il primo libro che ho pubblicato è stato “Flying Silk”, uno sport romance autoconclusivo molto breve, che parla di una giovane ragazza che cerca di andare avanti nella sua vita, dopo tutta una serie di perdite e delusioni; ma ecco che, proprio quando sta per voltare pagina, ricompare una persona del suo passato.
“FS” è un libro che ho scritto per curare il mio cuore, in seguito a una separazione. Partire da lì è stata una pazzia, lo ammetto. Dopo averlo pubblicato avevo cominciato a dubitare talmente tanto delle mie capacità, della storia, del mondo stesso, da essere tentata a chiudere il profilo (a distanza di neppure una settimana). Ringrazio il mio ragazzo per avermi dissuasa, invitandomi ad avere fiducia. Anche perché ho ottenuto dei risultati che non mi sarei mai aspettata.
Ciò mi ha incoraggiata a pubblicare “Kokoro no Ongaku - La Musica del Cuore” e “Seimei no Senritsu - La Melodia della Vita”, i primi due volumi di una trilogia paranormal romance/YA fantasy che, in realtà, sta per diventare una vera e propria serie con annessi spin-off. A breve uscirà anche il terzo volume, e se ciò da un lato mi entusiasma, dall’altro mi butta completamente a terra. “KnO” è il mio lavoro di una vita, tutto è iniziato da qui. Non so se sono ancora pronta a dirvi “addio”.
La storia parla di Rebecca, una ragazza che come regalo di compleanno riceve da parte dei genitori un viaggio in Giappone, Paese in cui si ritroverà a vivere esperienze magiche, fiabesche, ma anche macabre.
Insomma, se non si è capito, nelle mie storie è possibile ritrovare tutto quello che amo. E sapete perché lo faccio? Perché, ahimè, ho una memoria breve. Perché l’idea di dimenticare, di dimenticare ciò che mi piace, di dimenticare le persone che amo, di dimenticare me stessa, mi terrorizza. Per questo ho cominciato a disseminare particelle di me, nell’aria respirata dai miei personaggi. Ciononostante, considerate sempre che le storie restano le loro. Si scrivono il loro destino da soli, e lasciano a me ben poco spazio per agire (talvolta facendomi anche dannare per questo).
Visto che mi sto dilungando troppo - al solito - cercherò di concludere qui.
Credo che ormai si sia capito che la scrittura è la mia più grande passione. Se potessi vivere di questo, lo farei. Sarei disposta a rinunciare a qualsiasi cosa pur di dare voce alle storie che vivono in me, e non scherzo. Perché quando poi le rileggo, quando le rivedo, viaggio lontano, e contemporaneamente mi sento a casa. Vivo miliardi di emozioni, tante quante sono le stelle nel cosmo. Perché i libri (anche quelli non miei) sono sempre stati tutto il mio mondo.
Grazie Sara per questo salottino, e grazie a voi tutti che avete resistito, leggendo fin qui ❤️
Domandina:
Vi capita mai di smarrirvi nelle vostre fantasticherie, dovunque vi troviate?
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